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La moderna scienza della conservazione – Nanotecnologia

La moderna scienza della conservazione  Nanotecnologia

La conservazione del nostro patrimonio culturale è fondamentale per trasportare la nostra cultura, tradizioni e modi di pensare e comportarci alle generazioni future. La conservazione ha un impatto impressionante sulla nostra società da un punto di vista politico, sociologico e antropologico, nonché un forte impatto economico sulla più grande attività industriale che vive e sviluppa: il turismo, che genera un fatturato annuo a livello europeo di 335 € miliardi e circa 10 milioni di posti di lavoro. Il turismo genera indirettamente oltre il 10% dell’economia dell’Unione europea e fornisce circa il 12% della forza lavoro (attività dell’UE 2013).

La moderna scienza della conservazione ha origine dalle tragiche alluvioni che hanno devastato Firenze e Venezia nel 1966 e ha imposto la ricerca di nuovi metodi per ripristinare e preservare l’immenso patrimonio culturale danneggiato dall’alluvione attraverso lo sviluppo di due filoni principali: (i) la caratterizzazione analitica dei materiali che compongono le opere d’arte, la caratterizzazione della tecnica pittorica utilizzata dagli artisti e la chimica delle reazioni coinvolte nel loro degrado; (ii) la ricerca di nuovi metodi scientifici per il restauro / conservazione, che consenta il trasferimento del patrimonio culturale alle generazioni future. Gli ultimi tre decenni hanno visto importanti sviluppi nella scienza della conservazione.

La scienza dei colloidi e dell’interfaccia, insieme alla scienza dei materiali, che appartiene al regno delle nanoscienze popolari, hanno fornito concetti, tecniche, abilità e strumenti per aumentare la comprensione dei più comuni processi di degrado delle opere d’arte.

Allo stesso modo queste discipline hanno fornito metodi affidabili per una conservazione duratura e, per quanto possibile, compatibile. Dr. Sabrina Zuccalá

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Nanotecnologia e Beni culturali

Nanotecnologia e Beni culturali

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Un progetto pilota di restauro con le nanotecnologie in Sicilia sarà lanciato nel corso dell’evento “Nanotecnologia e beni culturali, nuove sfide verso il futuro” mercoledì 25 ottobre a Palermo (Ingresso libero). Il progetto sarà sponsorizzato dalla 4Ward360 Nanotecnology, azienda italiana che si occupa da 20 anni della ricerca e sviluppo di produzione e applicazione di nanoparticelle in tutto il mondo nei più svariati settori. “La nostra azienda – annuncia Sabrina Zuccalà, amministratore unico e Fondatore – mette a disposizione, in forma totalmente gratuita, le proprie tecnologie avanzate per la rinascita dei beni culturali in Sicilia attraverso un progetto pilota su un monumento siciliano d’intesa con la Soprintendenza ai Beni Culturali che verrà individuato in seguito”.
La giornata dedicata alla nanotecnologia si svolgerà in due sessioni. La prima a partire dalle 9 presso l'”Aula Magna” dello I.E.ME.S.T., l’Istituto Euro Mediterraneo di Scienza e Tecnologia (in via Michele Miraglia 20). I lavori saranno aperti dai saluti del Prof. Bartolomeo Sammartino, Presidente dello I.E.ME.ST ed dal Prof. Roberto Lagalla già Rettore dell’Università degli Studi di Palermo e ad oggi membro del consiglio di amministrazione nazionale del Cnr.

Ma il clou dell’evento sarà al Grand Hotel et des Palmes nella “Sala Camino” (via Roma 398):

Dopo i saluti del professore Renato Tomasino, già ordinario e presidente del Lum e del Dams dell’Università degli Studi di Palermo a seguire anche i saluti del Prof. Giovanni Taormina, coordinatore scientifico di GruppoArte16,

alle 15:15 Raymond Bondin, ambasciatore Emeritus dell’Unesco, parlerà degli scenari di applicazione e dei possibili interventi di queste tecnologie sul patrimonio Unesco della Sicilia e in particolare a Palermo con il suo percorso arabo-normanno riconosciuto di recente “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.

A spiegare come intervengono le nanotecnologie  sui beni culturali è stato  Marco Zeppa, responsabile tecnico della 4ward360 Nanotechnology: “Sono trattamenti assolutamente invisibili  che  durano notevolmente di più rispetto a qualsiasi trattamento finora conosciuto  e garantiscono tempi di durata  e resistenza anche di vent’anni. Sono applicabili su bronzi, marmi, vetro, pietre naturali e su qualsiasi  altra superficie preservandola nel tempo, senza che questa venga alterata da umidità, pioggia battente e ghiaccio, con notevoli benefici per tutti gli aspetti conservativi”. Sulle nuove frontiere

Rassegna Stampa

https://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1508770487192_locandina_Verticale_Nanotecnologie_e_Beni_Culturali_11_1.pdf

https://www.travelnostop.com/sicilia/beni-culturali/siti-culturali-degrado-nanotecnologie_408225