Relitto Navale – III secolo d.C. | Marausa
La nanotecnologia applicata
al relitto navale di Marausa
Trattamento nanotecnologico:
primo esempio al mondo d’intervento con le nanotecnologie per la protezione e conservazione di un relitto navale il legno. Un reperto archeologico di epoca romana risalente al III secolo D.C.
Formulato appositamente studiato sulla specificità degli elementi lignei rimasti immersi nelle acque marine per quasi due secoli.
La prima volta in Italia
Il relitto navale recuperato a Marausa sarà trattato con le nanotecnologie applicate al legno per la prima volta in Italia. I resti della nave risalente al quarto secolo dopo Cristo saranno oggetto di una sperimentazione nella fase di montaggio ad opera dei tecnici dell’azienda milanese 4ward360 Nanotechnology sotto la supervisione della Soprintendenza del mare della Regione Siciliana.
“L’intervento che faremo – spiega Sebastiano Tusa, soprintendente del mare della Sicilia – sarà nella fase di montaggio della nave già restaurata. Il reperto risale al IV secolo dopo Cristo. Le campagne di scavo sono iniziate nel 2000. Sulle assi in legno già trattate che si trovano a Marsala nel museo archeologico Baglio Anselmi, ho proposto all’azienda milanese, di fare alcuni test di applicazione.
Le nanotecnologie prodotte con particelle molto piccole, quasi come pellicole, possono essere funzionali a proteggere i reperti dal calore, dall’umidità e da eventuali batteri. Tra maggio e giugno, poi, i risultati del recupero saranno visionabili dal grande pubblico. Una sperimentazione del genere è la prima in Italia”.
“Sul relitto – interviene Sabrina Zuccalà, amministratore di 4ward360 Nanotechnology- faremo test con trattamenti nanotecnologici ad alta prestazione, assolutamente invisibili.Abbiamo fatto interventi su altri materiali, ad esempio sulla statua del Pugile alle Terme di Diocleziano”.
“Le nanotecnologie applicate al manufatto in questione possono essere risolutive nell’evitare le criticità” dei metodi e materiali finora applicati” dichiarano Giovanni Taormina, esperto in conservazione e coordinatore scientifico del Gruppo Arte, che ha proposto l’iniziativa e il restauratore Franco Fazzio.
Per maggiori informazioni su questa applicazione nanotecnologica visita la pagina dedicata alla nanotecnologia per i beni artistici