Trattamento su una porzione della statua di S. Oronzo – Lecce
2 Aprile 2019
Molto apprezzato stamani Palazzo Carafa a Lecce l’intervento con le nanotecnologie di un’azienda di Milano la “4ward360” su una porzione della statua di S. Oronzo. Nelle prossime settimane sarà ultimato il lavoro che sarà determinante per garantire nel tempo il mantenimento delle condizioni ottenute a seguito del restauro.
“E’ stato un intervento eseguito benissimo e siamo sicuri che la statua di S.Oronzo di Lecce, riuscirà a preservare con le nanotecnologie quanto di buon ottenuto con recente il restauro”. A dirlo Sabrina Zuccalà, amministratore della ‘4wrad360’, azienda di Milano che stamani al Comune di Lecce ha eseguito un primo trattamento con le nanotecnologie su una porzione della statua di S.Oronzo. “Nelle prossime settimane – prosegue Zuccalà -, ultimeremo l’intervento sulla statua, che come annunciato sarà completamente gratuito, e così i cittadini di Lecce e i tanti turisti potranno ammirarla integra anche nei prossimi anni. Siamo molto impegnati nel preservare i Beni Culturali nel mondo, è una mission imprescindibile della nostra azienda. Dopo le applicazioni nanotecnoogiche sull’Esercito di Terracotta in Cina, quelli sul Relitto Navale di Marausa, e questo sulla statua di Sant’Oronzo, andremo a Malta per eseguire degli interventi sugli splendidi pavimenti in marmo della Concattedrale di San Giovanni Battista de La Valletta. Stiamo cercando di migliorare sempre la ricerca sui nano materiali per essere sempre più performanti sui Beni Culturali, che rappresentano la nostra storia e la nostra identità, che non devono andare perse, e sono il punto di forza per il turismo culturale. “Presenteremo – conclude Zuccalà – nelle prossime settimane un progetto dedicato all’innovazione e allo sviluppo del territorio per il Salento e la Puglia che è ricca di importanti Beni Culturali”. “Apprezziamo molto – scrive anche Ray Bondin, ambasciatore emerito dell’Unesco – i lavori con le nanotecnologie. Resto fermamente convinto che si deve operare una collaborazione pubblico privata per cercare di portare avanti restauri di qualità,che durino nel tempo e siano efficaci.
Molte opere contemporanee non saranno accessibili ai visitatori tra un centinaio di anni, a causa della rapida degradazione. Ritengo che sia quindi importante utilizzare in tutti i musei del mondo una serie di campioni di prova di queste nanotecnologie per capire quali vantaggi possono portare. L’obiettivo è utilizzare dei prodotti innovativi capaci di penetrare i polimeri che costituiscono le opere, che siano in grado di effettuarne una pulizia dall’interno e di stabilizzarne il materiale. Investire nell’arte vuol dire preservarla, non si può rischiare di perdere opere inestimabili per superficialità”.
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